FIAT NUOVA 500 [N/ECO/TRASF]

La fiat 500 nella sua prima veste

La fiat 500 nella sua prima veste

Produzione: 1957/1960

La Nuova 500 venne presentata ufficialmente il 2 Luglio 1957 presso il Circolo Sporting di Torino, storica vetrina che la Fiat utilizzava per gli eventi di questo tipo.

Il nome di Nuova 500 fu scelto per sottolineare la discendenza della nuova utilitaria della casa torinese con il modello 500 “Topolino”, il costo di listino fu fissato a 490.000 lire, pari a circa 13 stipendi di un operaio.

Nella versione definitiva il motore (numero di progetto”110″) aveva una cubatura di 479 cc, e sviluppava una potenza di 13 CV.
Le finiture del telaio e interne erano molto semplici, abitabilità per due persone più bagaglio.
Il lancio della 500 fu un vero insuccesso. Molte le cause.
Nelle intenzioni della Fiat, la Nuova 500 era rivolta a quella fascia di utenti che possedevano scooter o vecchie Topolino.
Purtroppo il prezzo di 490.000 lire, sembrò davvero eccessivo a fronte di una abitabilità limitata a due persone e alla semplicità delle finiture.
La primissima serie, nelle intenzioni del geniale progettista Dante Giacosa, era lo specchio della razionalità costruttiva e dell’economia (suo il motto: “non amo sprecare niente”).
Così niente fu concesso alle cromature, allora di gran voga; le ruote erano prive di coppe, recavano i bulloni a vista, verniciate di colore giallo crema, i fari erano incassati senza cornice e sulla carrozzeria nessun profilo cromato di abbellimento.
Anche gli interni non presentavano inversioni di tendenza, il comune denominatore era l’economia. Nella Nuova 500 si notava una semplice plancia di lamiera verniciata che portava, al centro, la levetta di comando degli indicatori di direzione con la relativa spia di funzionamento, sempre al centro ma più in basso, si trovava la chiave di accensione motore e accensione/regolazione luci.
Ai lati della chiave vi erano due interruttori a levetta: una a sinistra per l’illuminazione della strumentazione, l’altro a destra per l’azionamento del tergicristallo; quest’ultimo interruttore aveva la particolarità di avere tre posizioni: la terza, in basso, portava all’azzeramento delle levette.
Sotto la plancia, sempre in posizione centrale, era situato un ripiano portaoggetti, realizzato in lamiera, dalla forma piuttosto schiacciata, al di sotto di esso era posto il comando del gas a mano, costituito da un semplice tirante ad anello.

Altri comandi erano:
– dispositivo tirante di sgancio del cofano anteriore (sempre ad anello, in basso a sinistra della plancia);
– sempre ai lati e sotto al cruscotto vi erano due levette che azionavano delle valvole a farfalla che determinavano l’entrata di aria fresca all’interno dell’abitacolo.
– al posto guida si trovava un volante con un bel disegno a calice dove al centro era posto il pulsante clacson.
– il tachimetro, di forma circolare (scala max 100 Km/h), era racchiuso in un piccolo ma elegante guscio di plastica che presenta una piccola visiera antiriflesso.

Nel corso dell’anno 1958 venne modificata la tonalità del materiale plastico del tachimetro, del volante e pomello cambio. Venne così abolito il colore neutro/beige in luogo del bianco/grigio. Anche il pulsante del clacson mutò colore divenendo nero.
La tappezzeria della prima serie, sia sui sedili che alle portiere era di qualità decisamente mediocre e applicata in modo approssimativo. Completavano la risicata lista di accessori due alette parasole di plastica rigida.
La Nuova 500 presentava dunque gravi mancanze di allestimento; la chiave trasparente di commutazione delle frecce, di scomodo impiego, così come scomoda e complessa era la regolazione delle luci mediante la chiave luce quadro (ben 6 posizioni: solo luci di posizione, neutra, marcia a luci spente, marcia con posizioni, marcia con anabbaglianti, marcia con abbaglianti); inoltre si potevano notare gravi lacune di finitura (viti a vista, imperfezioni di verniciatura e saldatura).
Mancava l’impianto lavavetro, il portacenere, e, cosa più importante, i finestrini erano fissi.
Uniche aperture risultavano essere due piccoli deflettori laterali (nella primissima serie senza fermo) che, se completamente aperti, impedivano la normale impugnatura del volate.
Un elemento, poi corretto con il tempo, che contribuì all’iniziale insuccesso della Nuova 500, fu il tetto della vettura. Per contenere i costi e per scoraggiare il trasporto di passeggeri (che avrebbe pregiudicato il grande successo della 600) fu pensata la soluzione di un tetto completamente di tela comprendente anche il lunotto, realizzato in plastica trasparente.
Per la particolarità di questa soluzione, la vetturetta venne omologata come “Trasformabile“, nome con cui vennero chiamati gli esemplari costruiti dopo la presentazione del modello “Tetto Apribile“.

Un capitolo a parte meriterebbe il motore.
Il maggior limite di questo propulsore, stava nella scarsa potenza e nella limitata velocità di 85 Km/h, questa era considerata una velocità inaccettabile dal pubblico italiano e, nei primi provvedimenti presi dalla Fiat per riposizionare la nuova utilitaria, ci fu un aumento delle prestazioni del propulsore, che raggiunse in seguito i 15 CV (Novembre 1957) fino ai 16,5 del 1959.
Il serbatoio carburante, alloggiato nel vano anteriore, era di forma rettangolare e posto al centro del vano. Sempre nel bagagliaio anteriore erano poste la batteria (senza coperchio come, invece, sulla 600), la ruota di scorta, il serbatoio liquido freni, le valvole fusibili e una sacca di juta contenente gli attrezzi per la manutenzione: 1 chiave inglese fissa 8×10; 1 chiave inglese fissa 12×14; 1 chiave inglese fissa 17×19; pinza universale; punzone; cacciavite; chiave a tubo per candela; manovella per fissaggio ruote ai mozzi; cric.

La più che tiepida accoglienza destinata dal pubblico e dalla stampa alla Nuova 500 (Quattroruote titolò con un eloquente “nessuno torna indietro”), mise la Fiat con le spalle al muro, già a distanza di soli tre mesi dal primo lancio uscì una nuova versione denominata “Normale”.