Porsche Boxster S (2000)
Produzione: 1972/1975
Con l’avvento degli anni 70, anni di grandi cambiamenti sociali e di crisi economica, si credette che i tempi fossero ormai maturi per lanciare una nuova piccola vettura che, pur conservando la meccanica e la filosofia della 500, risultasse però sostanzialmente differente nella carrozzeria: per il nuovo modello furono dunque adottate forme decisamente più squadrate che richiamavano la maggiore 127 (presentata nel 1971). In Fiat, l’approvazione del nuovo modello 126 fu preceduto da un lungo dibattito sulla reale opportunità di una radicale sostituzione della 500 piuttosto che di un semplice aggiornamento. In ogni caso risultò immediatamente pacifico come la meccanica, supercollaudata robusta ed economica, dovesse rimanere inalterata. Anche sulla base delle prime istanze di “sicurezza” delle autovetture, si optò alla fine per il lancio di un nuovo modello; tuttavia l’ancora consistente successo della 500 non ne decretò immediatamente la fine ma permise un “affiancamento” per altri tre anni nella gamma Fiat.
Al salone di Torino, nel Novembre 1972, venne dunque presentata la Fiat 126 come novità assoluta, oltre che l’ultima serie delle 500: la R (“Rinnovata”) o, come venne anche inizialmente chiamata, “unificata”.
Il motore che equipaggiava entrambe le vetture, passò dallo storico 499,5 cc alla cilindrata di 594 c.c. (questo soprattutto sull’esperienza acquisita dalla Abarth, assorbita nel 1971 dalla Fiat): per la 126 la potenza fu portata a 23 CV, mentre la 500 risultò depotenziata ai soliti 18 CV della F/L.
La R, proprio come le primissime 500 nei confronti della “600”, nelle intenzioni della Casa mai avrebbe dovuto entrare in competizione con la 126: per questo motivo, oltre al depotenziamento del motore e al cambio non sincronizzato, presentava delle finiture molto semplificate che la fecero somigliare alla precedente F. Anche i pneumatici radiali, di serie sulla L, tornarono qui ad essere un optional.
Principali caratteristiche all’interno:
plancia e strumentazione: tachimetro e volante riprendevano la medesima foggia della F ma furono realizzati in plastica nera in sostituzione della plastica bianca: non fu una novità assoluta perché questa modifica già apparve nel 1968 sulla Giardiniera di produzione Autobianchi. Gli interruttori del centro plancia furono ridotti a due soltanto, inglobando la funzione di luce tachimetro all’accensione delle luci esterne; le loro ghiere di fissaggio risultarono realizzate in plastica nera, in luogo delle ghiere in metallo fino ad allora impiegate. I deflettori della R hanno la caratteristica di avere la maniglietta di apertura incollata al vetro anziché fissata tramite vite.
Il rivestimento dei sedili e la pannelleria furono mantenuti in vinilpelle liscia a tinta unita (tipo F), ma venne abolito lo schienale posteriore ribaltabile, in luogo di uno fisso. Modificato anche il sistema interno d’apertura delle portiere che risultò un compromesso tra la F e la L: della F fu conservata la maniglia chiudiporta in plastica nera, mentre della L rimase la leva di apertura in zama, questa volta verniciata di nero con la ghiera cromata. Alla leva del cambio fu montato un pomello sferico già apparso sulla L: la particolarità di questo componente consisteva nella lavorazione “ergonomica” nella parte inferiore che riportava delle lacune per l’alloggio dei polpastrelli delle dita.
All’esterno: Se la F risultò già più sobria della D per l’abolizione di gran parte delle modanature, con la R si arrivò alla totale rinuncia di qualsiasi profilato di abbellimento. Alla calandra fece la sua comparsa il logo Fiat a losanghe, già apparso sulle altre vetture della Casa. Della F fu conservato, sempre a losanghe, il logogramma “Fiat 500″ sullo sportello motore. Lo stesso logo venne inciso anche al centro dei cerchi ruota di nuova concezione: identici nel disegno a quelli della 126, risultavano di aspetto più pratico e “sportivo” presentando 4 feritoie e i bulloni a vista; una novità rispetto al passato (ma che si ricollegava direttamente alle origini) era l’abolizione delle coppe, rendendo così più agevole la manutenzione e la sostituzione delle ruote. Per la 500 la misura di questi cerchi rimase di 3,5 pollici, tuttavia era anche possibile montare quelli da 4 pollici della 126, sempre conservando gli stessi pneumatici di misura 125/12.
Alla meccanica:
La meccanica della R è senza dubbio più ricca di novità che non le modifiche di dettaglio appena illustrate.
Nuovo il motore che riporta la sigla 126A5.000, di cilindrata 594 cc erogante una potenza max di 18 CV a 4000 g/m (nella F/L i 18 CV si raggiungevano a 4600 g/m). Carburatore Weber 24 in luogo del solito Weber 26. Da questi dati si può comprendere come il nuovo motore sia stato studiato per ottenere una maggiore elasticità di marcia e risultare più economico e longevo. Grazie ad un rapporto al ponte “sportivo” (8/39: lo stesso delle Abarth e della Sport) la R arriva a superare i 100 Km/h. Da segnalare una maggiore elasticità di marcia ed una maggiore uniformità di funzionamento anche ai regimi intermedi. Le diverse caratteristiche del motore si avvertono soprattutto durante la ripresa: anche in 4° marcia, a bassa velocità, la R non mostra più il comportamento “a singhiozzo” delle versione precedenti.
Per il cambio, viene adottato quello della 126 (senza i sincronizzatori se non negli ultimissimi esemplari prodotti) e risulta sostenuto da una lamiera avvolgente a mo’ di “culla”, in aggiunta al supporto a forma di “U” già presente sulle versioni precedenti. La campana risulta modificata per la diversa e più razionale posizione del motorino di avviamento che viene collocato sul lato destro, risultando così più facilmente raggiungibile.
Un’altra piccola modifica nei lamierati della R si nota aprendo lo sportello motore: sullo stipite sinistro si osserva un’incavatura che agevola lo smontaggio del coperchio filtro aria.
Viene modificato anche il manicotto posto tra il filtro dell’aria e il carburatore: sulla R (come sulla 126 prima serie) compare un semplice cilindro di metallo non verniciato inserito ad incastro che sostituisce il vecchio tubo nero fissato con due mollette metalliche.
I semiassi, vero punto debole della 500, con la R vengono maggiorati e irrobustiti. Cambia anche l’attacco motore oltre alla stessa traversa: viene abolito il braccio di alluminio che viene sostituito da un disco metallico concavo, fermato per mezzo di un bullone. Sempre nel vano motore risultano modificate le lamiere di protezione che, nella R, vengono ridotte di dimensione; nello specifico: il carter fissato con due bulloni, che copre la marmitta a protezione del condensatore e i due piccoli carter sotto la traversa motore. Modifiche anche ai freni, dove l’interruttore delle luci di arresto viene spostato alla pedaliera: per ospitare questo dispositivo, la R presenta un piccolo rigonfiamento nel vano anteriore, visibile alzando il sottile rivestimento di plastica nera.
Per ultimo segnaliamo il nuovo crick in adozione alla 126 e alla R, che riporta inciso le sigle distintive dei due modelli: 110-126.
Il pubblico sembrò poi preferire la 126 che, in ogni caso, non ebbe mai lo stesso successo commerciale ne affettivo della 500. Per questo motivo la produzione negli ultimi anni, fu trasferita da Torino a Desio (Autobianchi), per poi passare definitivamente in Sicilia, a Termini Imerese (Palermo).
La straordinaria avventura della 500 si chiude con la R il 1° Agosto 1975. Ultimo telaio: 5231518. Produzione Sicilfiat.
Prezzo: 660.000 lire (1972) / 1.064.000 lire (1975)